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40. L’isolotto San Marco

Resti di una fortezza bizantina con una chiesa.

Sulle cime dell’isola, la quale configurazione fu modificata notevolmente durante la costruzione del Ponte di Veglia, si trovano i resti di una fortezza bizantina del periodo giustiniano e della chiesa di San Giovanni Boccadoro che veniva usata dall’esercito militare bizantino.

Nelle fonti antiche e medievali questo scoglio veniva chiamato Almis, che significava fertile. All’antico nome dell’isolotto si ricollega l’ipotesi che riguarda l’origine del nome di Omišalj cioè Almis, termine che subì un graduale adeguamento di pronuncia essendo trasmessa da generazione in generazione dalle popolazioni croate nell’alto Medioevo. L’aspetto brullo odierno dell’isolotto e in completo contrasto con il nome d’origine che richiama alcune piante endemiche che crescono ancora solamente in questo posto. L’isola ebbe una funzione importante anche durante le guerre. Infatti, fu uno strategico punto d’osservazione dal quale i veneziani controllavano le navi degli Uscocchi di Segna nel periodo della cosiddetta Guerra degli Uscocchi tra Venezia e l’Austria all’inizio del XVII secolo. Dalla cima dell’isola si ammira un’ottima vista sul mare circostante. Nessuna nave poteva accedere al golfo di Buccari (Bakar), lungo il quale erano allineate le fortezze austriache che minacciavano il dominio veneziano sull’isola di Veglia.

Nel 1919, come del resto fecero anche altri conquistatori, tramite l’isolotto di San Marco giunsero sull’isola di Veglia gli arditi soldati sotto il comando dell’eccentrico poeta e politico italiano Gabriele d'Annunzio.

 

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